La prova penetrometrica statica CPTE - CPTU - SCPT (con punta elettrica - con piezocono - con cono sismico) consiste essenzialmente nella misura in continuo e la registrazione digitale dei valori passo di registrazione 2 cm) della resistenza alla punta e dell'attrito laterale locale, sulla base delle reazioni prodotte dal terreno alla penetrazione di una sonda in acciaio di definite dimensioni (area della punta 10 cm², area del manicotto 150 cm²), con velocità di infissione costante (v=2±0.5 cm/s). Il terzo parametro misurato con la prova CPTu è la pressione neutra u dell'acqua su cui si possono eseguire prove di dissipazione  per caratterizzare la consolidazione dei terreni argillosi. La penetrazione avviene attraverso un dispositivo di spinta (martinetto idraulico) opportunamente ancorato al suolo, che agisce su una batteria di aste di acciaio con al loro interno un cavo di collegamento tra la punta e la centralina/PC. L'inclinazione dello strumento, durante l'avanzamento nel sottosuolo, viene monitorata per mezzo di inclinometri. Viene inoltre registrata la temperatura dei livelli attraversati sia per la compensazione termica delle misure che per altre  finalità (es. monitoraggio della temperatura di un acquifero).

I parametri geotecnici che si possono elaborare e stimare sono molteplici, e permettono, ad esempio, la determinazione della portata del terreno (fondazioni superficiali e profonde), il calcolo dei cedimenti e la verifica a liquefazione in condizioni sismiche del terreno.

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La presenza nel cono di un accelerometro 3d permette di registrare a qualunque profondità, previa idonea energizzazione in superficie, le onde di taglio generate e di calcolarne direttamente la velocità di propagazione nel terreno (Vs). 

In definitiva, le prove penetrometriche statiche (CPT) sono sostenute da ampia letteratura ed hanno il grande vantaggio di essere economiche e speditive, quasi continue (con la punta elettrica il passo di misura è di 2 cm), sperimentalmente affidabili e ripetibili.